Sesso e sport
Il “sessuologo dei vip” Marco Rossi spiega come andrà, tra le lenzuola, la grande estate di sport. Sia per gli atleti che per i tifosi
Il dilemma se il sesso prima di una gara sportiva sia propedeutico o deleterio alla prestazione è uno dei grandi temi della letteratura e del giornalismo sportivi, in particolare prima di eventi importanti come Olimpiadi e Mondiali. Sulla questione, l’aneddotica è abbondante e gustosa, non altrettanto gli studi scientifici in materia, sviluppati sono negli ultimi decenni. E nessuno si è mai occupato dell’attività sessuale dei tifosi, che può venire radicalmente ridotta per i troppi impegni televisivi.
Cosa dice la scienza
L’attività sessuale prima della competizione è stata considerata una possibile causa di prestazioni ridotte fin dall’antica Grecia e da Roma e questa convinzione è arrivata, e con forza, fino ai giorni nostri. Nell’antichità, l’astinenza era considerata il metodo migliore per garantire la prestazione atletica e la comunione tra corpo e spirito. Gli educatori romani e greci credevano che grandi sacrifici potessero sostenere il
successo. Questo è probabilmente il motivo principale per cui molti allenatori sostengono l’importanza dell’astinenza sessuale prima della competizione sportiva, ritenendo che la frustrazione sessuale porti ad una maggiore aggressività, nella convinzione che l’eiaculazione allontani il testosterone dal corpo, riducendo l’aggressività e la forza muscolare.
«È uno dei più grandi luoghi comuni sul sesso, è vero che storicamente già dalle Olimpiadi greche si diceva che non va fatto prima dell’attività sportiva o i vecchi allenatori tenevano i calciatori in ritiro, nato proprio per tenere gli atleti lontano dalle proprie compagne» spiega Marco Rossi psichiatra, psicoterapeuta e sessuologo clinico, presidente della Società Italiana di Sessuologia ed Educazione sessuale.
«In realtà avere rapporti sessuali prima e anche dopo un’attività sportiva, anche ai massimi livelli, è estremamente utile, perchè nel momento in cui
c’è un’attività sessuale il nostro ipotalamo, la centralina che comanda gli ormoni, fa produrre testosterone negli uomini, estrogeni e testosterone nelle donne; questi hanno un effetto potenziante per l’attività muscolare – prosegue Rossi -. Non solo: vengono stimolati anche i surreni, che mettono in circolo adrenalina e dopamina: la prima aumenta la contrattilità dei muscoli, mentre la seconda serve a dare un eccitazione, una carica. Quindi abbiamo un effetto molto positivo».
Quindi non ci sono controindicazioni al sesso prima di una gara.
«Ci sono delle accortezze da adottare. La prima è che non bisognerebbe avere rapporti sessuali entro un’ora e, ovviamente, parliamo di un’attvità sessuale normale, non di un’orgia che dura tutta la notte (ride, ndr). In questo caso la stanchezza prevarrebbe sull’effetto benefico dell’attività. La secona accortezza è che in certi tipi di sport, quelli che hanno maggiore necessità di concentrazione (automobilismo, tiro etc) è consigliabile che il sesso avvenga qualche ora prima, non troppo a ridosso».
La maggior parte degli studi riguardano atleti maschi. L’effetto benefico è lo stesso sulle femmine?
«Non c’è nessuna differenza di genere. Il fatto che gli studi siano stati fatti sugli uomini dipende semplicemente dal fatto che lo sport maschile è più attenzionato di quello femminile. Ma gli effetti sono gli stessi: se consideriamo l’ormone dell’attività muscolare per eccellenza, il testosterone, viene prodotto anche dalle donne, che consegue che quello che succede agli uomini succede anche alle donne. E ha un effetto positivo analogo».
La maggior parte degli studi in questo campo concludono che l’espressione sessuale può avere una forte relazione con la qualità della vita. Un atleta soddisfatto rende meglio?
«Assolutamente sì. Una delle cose più importanti in ambito sportivo è proprio una tranquillità mentale e psicologica e una capacità di sapersi
rilassare. Quindi una vita sessuale soddisfacente, una vita di coppia tranquilla, è ovviamente utile a non aumentare i livelli di stress nello sportivo. Se ciò accade, il nostro corpo produce cortisolo, che fa diminuire la produzione di testosterone e quindi gioca negativamente rispetto all’attività sportiva».
Uno studio ha rilevato che esistono differenze marcate tra gli atleti degli sport individuali e quelli di squadra: gli atleti degli sport di squadra erano più inclini ai rapporti sessuali prematrimoniali e quindi avevano più partner sessuali, mentre gli atleti degli sport individuali erano più conservatori a questo riguardo.
Forse è per questo motivo che gli allenatori di calcio tendono ad essere restrittivi con la propria squadra.
«Una cosa è dire “attività sessuale”, una cosa è dire “fare serata”. La prima va bene, quando è normale, la serata – intesa come drink sesso droga e rock and roll – assolutamente no».
Casi celebri
Non la pensava così Muhammad Alì: prima di un incontro importante, il pugile rinunciava a fare sesso per sei settimane, per mantenere concentrazione, aggressività e forza. E, nei film “Rocky”, l’allenatore Mickey vieta al protagonista di avere rapporti intimi con le donne per non indebolire la sua forza.
Il tema del sesso è ricorrente anche, o meglio, soprattutto nel calcio. In particolare prima di competizioni importanti, per i campioni di molte squadre si pone la questione di come interagire con mogli e fidanzate. L’ex allenatore della nazionale tedesca degli anni ‘90 Berti Vogts, ad esempio, era abbastanza rilassato al riguardo: non voleva limitare i giocatori. Durante i Mondiali del 2006, invece, la Federazione tedesca disciplinò severamente la visita delle compagne dei giocatori, idem gli allenatori inglesi e coreani. E anche il campione del mondo Marcello Lippi. Come racconta il diario di quella competizione, stessa scelta ma risultati sportivi molto differenti.
Nel calcio italiano è famoso l’aneddoto che riguarda il Milan di Berlusconi. Il Cavaliere aveva chiesto castità prima di una finale di Coppa Campioni. Ruud Gullit rispose che non poteva giocare senza prima aver soddisfatto certe esigenze. Il rischio era di essere troppo pesante in campo e non correre.
Antonio Conte, all’epoca all’Inter, intervistato sul tema rispose: «Durante le competizioni il rapporto non dovrebbe durare a lungo, devi fare il minimo sforzo possibile, quindi essere sotto il proprio partner». Altra dichiarazione memorabile è quella del 2014, del ct della Bosnia Safet Susic durante il Mondiale: «Non ci sarà sesso, i giocatori dovranno farlo da soli. C’è sempre la masturbazione!»
Lei, nella sua carriera, ha avuto come pazienti atleti che si sono lamentati dell’astinenza imposta dagli allenatori?
«No. Sono venuti per altri motivi ma non per questo. La politica di gestione della sessualità degli atleti negli ultimi anni è diventata
sicuramente, in generale, meno rigida».
Lo sport fa bene al sesso. Ma non quello da “divano”
Se la questione del sesso prima della prestazione sportiva resta dibattuta, sembra invece assodato che l’attività sportiva fa bene al sesso.
«Sì, nel senso che l’attività sportiva è estremamente utile per l’apparato cardiocircolatorio, che è quello più interessato nel momento di un’attività sessuale. Quindi il sesso trae beneficio da un cuore ben funzionante, Bisogna però fare attenzione a non esagerare: nel senso che il super allenatemo può rischiare di essere negativo. Sono casi limite e di solito non sono professionisti, che sanno gestirsi molto bene».
Inoltre lo sport migliora l’aspetto fisico e fa diventare consapevoli del proprio corpo.
«Non è solo una questione di immagine ovviamente, ma di autostima rispetto alle proprie capacità. Quindi le persone che fanno attività sportiva sono persone che si sentono più sicure, più capaci e sono anche sanamente competitive nei confronti delle altre persone. Tutto questo è estremamente utile, sia da un punto di vista relazionale e seduttivo, sia in una vita sessuale».
Una delle frasi più celebri del compianto allenatore Vujadln Boskov è: «se uomo ama donna più di birra gelata davanti a tv con finale Champions, forse vero amore, ma non vero uomo. E di “veri uomini”, nella concezione del serbo, sembra essere pieno il globo, a giudicare dalle migliaia di post su social, blog e piattaforme sulla frustrazione causata dalla latitanza del proprio partner sessuale durante le trasmissioni sportive in televisione, in particolare le partite di calcio.
Se ne deduce che sì, lo sport fa bene al sesso, ma sono quello praticato, non quello cosiddetto “da divano”.
«Assolutamente sì, soprattutto per quanto riguarda il calcio, il cui
obiettivo è quello di tenere gli appassionati attaccati al divano più giorni possibile nell’arco della settimana. Gli appassionati sono ovviamente attratti da questo, ed è un problema particolarmente sentito dalle donne: gli uomini sono lontani, ma non perché hanno un’amante, ma lo sono mentalmente, perché sono distratti dalle loro cose. Ovviamente le comagne patiscono e diminuisce l’attività sessuale. La televisione non è assolutamente utile al sesso, a prescindere da quello che si guarda. Va bene il divano, va bene guardare, ma non tutti i giorni. Perchè se no è la fine. Vale ovviamente anche per le serie tv. Lo stare insieme, il condividere dei momenti, viene a mancare».
Per i tifosi da divano: Guida alla Copa America e Chi vince Euro 2024 Un consiglio a queste “vedove” da sport in televisione?
«Di lasciarlo. È un po’ tranchant ma se non si riesce a creare, ovviamente con il dialogo, un terreno di accordo, dove si rispettino le esigenze, i piaceri e i divertimenti dell’uno e dell’altro, ovviamente quella coppia non funziona. E con gli uomini bisogna essere molto duri affinché capiscano che qualcosa non va bene».
Il sesso come sport
E poi ci sono quelli per cui l’attività sessuale è diventata un vero e proprio sport. Nelle scorse settimane, nella Costa del Sol, si è tenuta la prima edizione dei campionati mondiali del sesso. Il vincitore è il 46enne torinese Enrico D’Avascio, pornoattore noto sul set come Capitano Eric, assieme alla sua compagna di vita e di avventure erotiche, Mariagiovanna Ferrante, in arte Mary Rider. Il tour de force è durato ben 24 giorni.
Il sesso è uno sport?
«Al di là dei mondiali del sesso, che sono performance esagerate, come
gli sport estremi, che non sempre van bene, comunque il sesso è da considerarsi un’attività aerobica a media intensità. C’è stato anche qualcuno che ha voluto calcolare le calorie consumate. Quello che possiamo dire è di non illudersi di riuscire a dimagrire facendo sesso. Vale lo stesso consiglio dato per l’attività sportiva: non esagerare o rischia di essere danno».
In questa estate densissima di eventi sportivi importanti, come l’Europeo, la Copa America e le Olimpiadi di Parigi, quelli che “rischiano” di fare più sesso sono gli atleti e non i tifosi appicati davanti alla televisione, anche per diverse ore al giorno. Meglio seguire gli avvertimenti del dottor Rossi.
di: Giulia GUIDI
intervista a Marco Rossi Specialista in Psichiatria. Psicoterapeuta, Sessuologo Clinico. Presidente Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale
Fonte : Il mondo