“Ho una figlia di 13 anni che mi ha confidato come le sue amiche siano più donne di lei perché si sono finalmente “liberate” del peso della verginità. In poche parole, per le nuove generazioni, la verginità è più un peso che un valore? Lorenza”
Orietta Berti negli anni 70 cantava “Lui bussa alla porta Lei dice “NON APRO” lui dice “TI PREGO” Lei dice “DOMANI”.. In queste brevi strofe è sintetizzato il rapporto che la donna aveva con la propria verginità: era un bene prezioso da salvaguardare, quasi una merce di scambio per garantirsi un lungo corteggiamento. Ora la verginità è ancora “una merce di scambio”, ma per ottenere la ricarica del cellulare, oppure i soldi per la borsa griffata. Il fatto preoccupante é che le ragazze non considerano il lato negativo della mercificazione del loro corpo, ma invece sentono questa opportunità come un diritto ulteriormente acquisito. A ciò si aggiunga la crisi economica, in cui la ricerca di trarre guadagno da qualche attività ha fatto ulteriormente crollare le barriere della dignità e del rispetto per se stesse, giustificando la vendita di sé come cosa ludica ed esibibile. Fra i libri più letti dalle giovani teenagers c’e’ “Il manuale della perfetta web cam girl”: consigli pratici per giovani ragazzine che si spogliamo davanti al computer!! Nulla di più “naturale”, queste ragazze non fanno che riportare nella loro dimensione domestica quello che vedono nei media, tanto è vero che negli USA ci sarà un gioco tv in cui le concorrenti venderanno al miglior offerente del web la loro purezza…Niente di più squallido, ma in compenso molto redditizio! Ormai nella nostra società quello che conta è l’apparire, il sembrare “di più” di quello che si é. Le giovani ragazze vogliono sembrare subito donne e quindi devono “liberarsi” del fardello della verginità, se riescono pure a guadagnarci dei soldi, ancora meglio!! La giovani donne credono con questi atteggiamenti “trasgressivi” in essere loro a gestire il “potere di eros”, mentre in realtà sono diventate loro stesse uno strumento del potere e del consumismo che la gestisce. A queste giovani “iper aggressive” ed apparentemente sicure di sé, si affiancano molte teenager, estremamente insicure e con scarsa autostima, che sono convinte che nel loro gruppo di compagni tutti siano sessualmente attivi e che quindi debbano esserlo anche loro per avere qualcosa da raccontare, per non essere considerate “diverse”. Questo vale anche nei casi in cui una ragazza in realtà non si sente ancora pronta per la sua prima esperienza.
La maggior parte dei programmi di educazione sessuale non aiutano le adolescenti ad acquisire quelle capacità di negoziazione che potrebbero costituire un valido strumento di confronto con il partner e che le aiuterebbe a rimandare la “prima volta” fino al momento in cui si sentono effettivamente pronte.
E’ proprio il caso di dire “c’era una volta la prima volta”, poiché l’idea dell’unione fra due giovani corpi inesperti, fatta di tremori, tenerezze e grandi aspettative è ormai solo una favola….
Fonte Dott.Marco Rossi