D’altronde se n’era parlato moltissimo. E non solo riguardo ai giovanissimi, a causa del boom di applicazioni come Snapchat. Più sexting che sesso. Adesso il «GlobalSex Survey» firmato dal portale di incontri extraconiugali AshleyMadison.com sulla base di 74mila iscritti da 26 Paesi del mondo mette le cose in chiaro. E racconta che i caldi italiani, maschi e femmine, passano più tempo incollati a uno schermo o allo smartphone che sotto le lenzuola. A fronte di un solo rapporto sessuale al mese in media con mogli, mariti, compagne e compagni, fidanzate e fidanzati amanti assortiti (ribadiamo: uno solo) si dedicano al sexting – cioè allo scambio di messaggi, foto e video erotici – fra le 7 e le 10 volte a settimana. Insomma, se sesso è il più delle volte è cybersex, come si diceva agli albori della Rete con un’espressione ormai dimenticata. C’è da scommetterci che lo sviluppo di tecnologie come Oculus Rift o Project Morpheus smaterializzerà ancora di più l’ultimo brandello di autentico contatto umano che ci è rimasto a disposizione.
Il Belpaese colpito nel suo caldo cuore mediterraneo dalla freddezza tecnologica? Sembrerebbe proprio di sì. Per il 45% degli italiani e il 53 delle italiane si finisce dunque a letto col partner appena una volta al mese. D’altra parte, sono proprio gli abitanti dello Stivale i più scatenati coltivatori di rapporti digitali, se è vero che si dedica a questo tipo di pratiche l’88% delle persone, abbondantemente sopra la media mondiale del 73%. Non mancano dettagli curiosi, tipo i luoghi dai quali si chatta di più: non sono la propria camera da letto o il bagno. Piuttosto, le corsie del supermercato (30% dei casi). Che tipo di foto hot si possano produrre fra birre in lattina, trote salmonate e caciocavalli appesi in testa al salumaio, è difficile capirlo. Meglio non andare oltre. Negli altri Paesi presi in esame l’ufficio rimane il quartier generale da cui si intrattengono hot chat con i partner di turno.
>“I risultati di questo sondaggio evidenziano come la tecnologia digitale consenta di esplorare aspetti della sessualità che fino a poco tempo fa erano considerati tabù – ha spiegato Eric Anderson, sessuologo statunitense autore fra l’altro del volume “The monogamy gap: man, love and the reality of cheating” – usare il cellulare per registrare i nostri atti sessuali oppure fare sexting con il partner o con l’amante dimostra quanto questa possa essere utile per raggiungere l’orgasmo”. Ancora: davvero complicato comprendere come raggiungere l’orgasmo fra insalate in busta, cerotti sterilizzati e aranciate amare, ma tant’è. Più canonica, invece, la scelta della pornografia: riguarda il 71% dei maschi e il 66% delle donne. Spesso questi contenuti s’infilano negli stessi rapporti sessuali, andando a condire gli incontri extraconiugali (89% dei casi).
“Spesso si ricorre alla tecnologia come diversivo alla routine del rapporto di coppia, eccitare ed essere eccitati virtualmente diventa uno svago trasgressivo e innocente allo stesso tempo, poiché se il tradimento non è fisico non viene percepito come tale” ha concluso Christoph Kraemer, direttore della comunicazione di AshleyMadison.com. In fondo, sembra un cane che si morde la coda: il 54,5% dei coniugi tradisce proprio per carenza di sesso. fonte vanity fair