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San Valentino, l’amore ai tempi della chat

Come sopravvivere alla lontananza usando smartphone, tablet e pc: i sentimenti si possono nascondere anche tra fogli di calcolo e documenti di testo. Oggi si inviano messaggi e disegni, a breve ci si potrà scambiare anche il battito del cuore

 

 

 

È ora di smetterla di separare il web dal resto, il digitale dal reale. Il digitale è reale, è un mondo dove c’è tutto: musica, sesso, cibo, cultura, attività legali e illegali. Sentimenti, e anche amore. Una volta trovato (con una delle mille app, un social network, un sito, con un incontro casuale o un corteggiamento tenace) bisogna però mantenerlo in vita. Farlo crescere, costruirlo poco a poco.  

 

A volte la distanza fisica complica la comunicazione, perché magari chi è a portata di clic grazie a internet si trova a migliaia di chilometri di distanza. Anche per questo c’è una soluzione, anzi parecchie: non consentono (ancora) di essere vicini tanto da sentire il calore dell’altro, ma accorciano la distanza e possono rendere le giornate meno tristi. Soprattutto a San Valentino. 

 

L’amore sa nascondersi ovunque, pure nei fogli di calcolo e negli elaboratori di testo, basta che siano online e condivisi, come Google Spreadsheets o Docs. In alto a destra c’è un pulsante che permette di avviare la chat: nata per le correzioni in contemporanea e velocizzare la stesura di documenti condivisi, è ottima anche per messaggi di altro genere. Le faccine delle emoticon sono tenere e buffe, i suoni un po’ retrò e non troppo invadenti. Uno strumento perfetto per nerd, maniaci del lavoro inchiodati alla scrivania, amanti coraggiosi che non hanno paura di sfidare le convenzioni. Ma bisogna settare con attenzione le impostazioni del documento, altrimenti tutti possono leggere e partecipare.  

 

Sempre Google offre Hangouts, che invece è pensato per conversazioni di ogni tipo, e consente di vedersi, parlare a voce, inviare file. Funziona anche su smartphone e tablet, ed è disponibile per Android e iOS. Oppure c’è Skype, il primo dei programmi per parlare su internet e non solo chattare; oggi oltre all’audio offre il video e molte altre funzioni; si può installare sulla tv (alcuni modelli sono già dotati di videocamera) e sulla console Xbox. Particolarmente indicato per le conversazioni in famiglia. 

 

I più giovani, però, sono altrove: su Whatsapp, ad esempio, nata come app di messaggistica soltanto per smartphone, che da pochissimo si può usare anche sul computer. Ha 700 milioni di iscritti e permette di scambiare testi, foto, video, documenti vari, oltre agli stickers, adesivi personalizzati, se non bastassero le parole a esprimere i sentimenti (un’altra app simile, Line, ne ha fatto un vero business). Le chiamate vocali dovrebbero arrivare a breve, per ora si possono inviare messaggi audio.  

 

Molto diffusa su mobile anche Facebook Messenger, più per necessità che per scelta. Se si usa uno smartphone o un tablet, infatti, non si può chattare direttamente dal social network di Zuckerberg e bisogna scaricare una seconda app: il passaggio da Facebook a Messenger è noioso e spegne ogni ardore erotico, ma una volta avviata la conversazione è facilissimo scambiare file di ogni tipo e anche (video)telefonare. E si può fare tutto anche da desktop.  

 

Sempre di Facebook è Slingshot, ispirata ad un’altra app per smartphone molto diffusa, Snapchat. In entrambe si inviano foto o brevi video che si autodistruggono quando il destinatario li ha visti. Testo ridotto al minimo, qualche filtro per alterare i colori: qui non sempre le immagini sono castissime, ma in compenso non bisogna preoccuparsi di cancellare le tracce di eventuali tradimenti.  

 

Telegram, Viber, WeChat e compagnia sono piuttosto simili e si possono usare su tutti gli smartphone, altre si possono installare solo su certe piattaforme: iMessage di Apple, ad esempio, è compatibile solo con i prodotti della Mela, come FaceTime, lo Skype di Cupertino. Al contrario di BBM, nato su Blackberry, che ora è disponibile anche per Android e iOS. Firechat poi ha un grande vantaggio: funziona anche senza internet, creando un ponte tra le reti wireless degli smartphone, lo svantaggio è che gli utenti sono pochi.  

 

È possibile scambiare messaggi privati anche su Twitter, Vine e perfino Instagram: non vere chat, piuttosto parentesi rosa tra un post e l’altro. Per coppie già molto affiatate, infine, Yo è una scelta intrigante: non ci si scrive, si possono mandare notifiche (chiamate Yo, appunto), accompagnate da un suono, come una volta ci si scambiava uno squillo, e pure condividere foto o pagine web.  

 

Dopo anni di sms pieni di abbreviazioni incomprensibili, oggi si comunica anche con un gesto, un’immagine, un pensiero, anche solo col battito del cuore. Basta avere due Apple Watch: uno rileva le pulsazioni cardiache e le trasmette all’altro, che le riproduce sul polso di chi le riceve. Ma bisognerà aspettare ancora un po’: lo smartwatch di Tim Cook arriva ad aprile.  fonte la stampa

14/02/20150