Coppie lesbiche e MST

Coppie lesbiche e malattie a trasmissione sessuale

 

Nella letteratura scientifica sempre più spesso si tende a eliminare il termine “lesbiche”, che potrebbe comportare dei pregiudizi o delle imprecisioni, per sostituirlo con il dato oggettivo di “donne che hanno rapporti sessuali con altre donne” (in inglese abbreviato in WSW, women who have sex with women).

Con questa dizione ci si riferisce alle donne che svolgono attività sessuale con altre donne, ma che non necessariamente sono o si sentono lesbiche.

Negli studi condotti negli Stati Uniti si è visto che le donne si dichiarano lesbiche nel 2% dei casi e bisessuali nell’1% dei casi

[Aaron DJ, Chang YF, Markovic N, LaPorte RE, 2003, Conron KJ, Mimiaga MJ, Landers SJ,2010].

Molte donne tuttavia affermano di aver svolto attività sessuali con persone dello stesso sesso, pur senza identificarsi sotto l’etichetta di “lesbica” o “bisessuale”; uno studio del 2010 ha rilevato che, sebbene la maggior parte delle donne di età compresa tra 18 e 59 anni negli Stati Uniti si identifichi come eterosessuale, il 7% dichiara di aver fatto sesso con un’altra donna [Xu F, Sternberg MR, Markowitz LE, 2010]. Quasi l’80% delle donne che si sono identificate come lesbiche hanno inoltre riportato di aver avuto anche rapporti eterosessuali [Xu F, Sternberg MR, Markowitz LE, 2010]. Sono, va detto, studi che si riferiscono alla popolazione americana, ma del resto studi internazionali su questo tema sono molto limitati.

Tra i pochi studi condotti sulla sessualità delle WSW, sono pochissimi quelli che hanno affrontato la salute sessuale di questa popolazione di donne, relativamente ai comportamenti a rischio per quanto riguarda le malattie a trasmissione sessuale [Tracy JK, Junginger J, 2007, Fethers K, Marks C, Mindel A, Estcourt C, 2000].

Nonostante la percezione che le WSW corrano un minor rischio di infezioni sessualmente trasmesse (IST), va chiarito che vi sono comportamenti sessuali a rischio in ogni orientamento sessuale [Fethers K, Marks C, Mindel A, Estcourt C, 2000-Koh AS, Gómez CA, Shade S, Rowley E, 2005].

Uno dei più grandi studi sulle WSW ha mostrato che il 93% delle partecipanti aveva anche rapporti sessuali con uomini [Fethers K, Marks C, Mindel A, Estcourt CS, 2000]; lo stesso studio ha anche riscontrato che le WSW avevano maggiori probabilità di impegnarsi in attività sessuali con uomini omosessuali e bisessuali, e che avevano tassi di malattie sessualmente trasmissibili simili a quelli di donne che avevano avuto rapporti sessuali esclusivamente con gli uomini.

Uno studio ha documentato che le WSW che hanno avuto accesso ai consultori di Washington, negli Stati Uniti, avevano tassi di clamidia più elevato rispetto a donne che avevano fatto sesso esclusivamente con gli uomini [Singh D, Fine DN, Marrazzo JM, 2011].

Inoltre, è stato più volte riportato che le WSW hanno più alti tassi di vaginosi batterica [Marrazzo JM, Thomas KK, Agnew K, Ringwood K, 2010] causata da una modificazione della flora vaginale che può predisporre le donne a malattie sessualmente trasmissibili, compreso l’HIV [Low N, et al, 2011]. È stato ipotizzato che la causa del maggior tasso di vaginosi batterica in questa popolazione possa dipendere dal trasferimento delle secrezioni vaginali da un soggetto all’altro, anche se c’è ancora poco consenso accademico su questa teoria [Marrazzo JM, Thomas KK, Agnew K, Ringwood K, 2010].

Uno studio del 2013 (Rowen TS, Breyer BN, Lin T-C, Li C-S, Robertson PA, Shindel AW) ha mostrato che una piccola, ma clinicamente significativa, minoranza di donne WSW ha rapporti sessuali non monogami e che la stragrande maggioranza di loro non utilizza alcuna protezione per le attività sessuali. Lo studio ha anche mostrato che le WSW che si impegano in attività sessuali con contatto del liquido vaginale sono a rischio di vaginosi batterica e altre malattie sessualmente trasmissibili, soprattutto se hanno più partner donne e/o rapporti eterosessuali.

Si è visto anche che la stragrande maggioranza delle WSW non utilizza alcuna protezione per il sesso orale, né per altre attività sessuali, anche nel contesto dei comportamenti sessuali potenzialmente ad alto rischio, con persone sconosciute. Sebbene esistano dati limitati per la trasmissione orogenitale delle malattie sessualmente trasmissibili tra WSW, il rischio aumenta se queste donne fanno sesso orale ricettivo anche con uomini [Edwards S, Carne C., 1998]. Il ruolo dell’attività eterosessuale, precedente e attuale, è dunque molto importante in questa popolazione. fonte clinica della coppia

10/02/20160