Sex toy, un business universale inventato dalle donne

 

Negli Anni ’70 il mercato era riservato a soli uomini. Poi arrivarono Dell Williams e Joani Blank a cambiare le regole. E a rivoluzionare il mondo dei vibratori.

Nessuna vergogna. E una vasta gamma di scelta. Il piacere, è il caso di dirlo, è a portata di mano. Facile, oggi, dove i sex toy sono diventati anche oggetti di arredamento, per di più di lusso quando incastonati di diamanti e zeffiri che fanno lievitare il prezzo fino a un milione di dollari, come nel caso del Royal Pear. Ma se adesso il problema è orientarsi tra vibratori di ogni tipo, meno di mezzo secolo fa la situazione era decisamente opposta. Per un po’ di sano autoerotismo le donne erano infatti costrette a battere le strade dei quartieri a luci rosse, nelle cosiddette combact zone sede dei tradizionali negozi per adulti, dove la vergogna di essere riconosciute correva di pari passo al rischio di essere molestate. Lo racconta Lynn Comella nel libro Vibrator Nation: How Feminist Sex-Toy Stories Changed the Business of Pleasure, un’analisi del legame tra l’industria contemporanea dei giocattoli per grandi e i piccoli gruppi di rivenditrici femministe che, a partire dagli Anni ’70, hanno aperto i propri negozi esplicitamente per donne.

LA RIVOLUZIONE È DONNA

Dietro all’Eve’s Garden di New York (avviato nel 1974), il Good Vibrations di San Francisco (1977) e il Babeland di Seattle (1993), c’è infatti il coraggio e la lungimiranza di chi, innanzitutto, aveva l’obiettivo di educare le donne alla conoscenza del proprio corpo. Dell Williams, Joani Blank e poi ancora Claire Cavanah e Rachel Venning: femministe alle quali si deve il merito di aver combattuto contro gli stereotipi e reso libero un mercato fino ad allora riservato a soli uomini. Una vera e propria

rivoluzione culturale che ha cambiato anche l’approccio al sesso di coppia, considerato lo studio dell’Indiana University secondo cui la metà delle donne americane ne ha fatto uso almeno una volta con il proprio partner.

LA PIONIERA DEI SEX TOYS

Bianche, di classe media, prevalentemente eterosessuali, con un background femminista e idee progressiste, le pioniere dei sex-toy si rivolsero inizialmente a donne come loro. Stanca di ricorrere a espedienti per l’acquisto di giochi erotici travestiti da massaggiatori, dalle domande impertinenti dei negozianti e illuminata da un workshop sul corpo e sul sesso tenuto da Betty Dodson, Dell Williams dette vita al primo business femminile di giocattoli del sesso negli Stati Uniti, tralasciando la carriera da attrice e cantante affiancata alla professione di avvocato. «Eve ha rappresentato tutte le donne», disse la Williams a proposito del suo negozio di Manhattan, «e il Giardino era il simbolo delle donne che assumevano la responsabilità della propria sessualità».

GOOD VIBRATIONS

Ma se la Williams è stata la prima a gettarsi nell’industria dei giochi erotici al femminile, a Joani Blank si deve l’impronta decisiva per cambiare le regole. Americana, scrittrice, videografa, filantropa e sessuologa, stufa delle ideologie maschiliste si servì delle proprie pubblicazioni per rompere gli schemi e promuovere un femminismo sexual-positive. Obiettivo pienamente raggiunto anche grazie a Good Vibrations, il negozio aperto in California dove mise in vendita il Butterfly Vibrator inventata proprio da lei. Ovvero na specie della vecchia bacchetta magica, il massaggiatore elettrico di casa Hitachi spesso usato per la stimolazione del clitoride e andato definitivamente in pensione dopo le idee rivoluzionarie di femministe sessualmente positive. Fonte lettera donna

29/09/20170