Troppo spesso ci dimentichiamo (alle volte volutamente) che quando abbiamo una relazione con qualcuno, in realtà abbiamo una relazione con tutta la sua famiglia, sia che abbiamo un rapporto di conoscenza diretto, sia se non la conosciamo personalmente. Ognuno di noi, infatti, nel diventare quello che è e nel relazionarsi con gli altri, si porta a spasso (si spera in modo figurato) in primis mamma, papà, la relazione genitoriale e la loro relazione di coppia; di seguito fratelli, sorelle, nonni, zii, etc…
Limitandoci all’influenza che hanno i genitori su un figlio, basti pensare che la relazione di coppia genitoriale è la matrice da cui proviene la persona, che, in una sorta di imprinting, funzionerà come linea base dalla quale partire per fare i confronti e gli “esperimenti” sulle relazioni di coppia che si vedono e si vivono lungo la propria vita.
Quando due persone si mettono assieme quindi, sono molto più di due individualità ed il rapporto che ognuno ha con i suoi genitori e che instaura con i genitori dell’altro marcherà indelebilmente (anche inconsciamente) la loro storia d’amore.
Ci sono diverse tipologie di rapporti fra coppia e famiglie d’origine, descriviamo qui di seguito le più classiche:
Rapporto equilibrato. I due partner sono adeguatamente differenziati dalle famiglie di origine, creano una loro famiglia e i loro genitori collaborano senza invadere lo spazio della coppia. Ognuno vive la sua vita, ma si ha piacere di trovarsi, di condividere scelte importanti, c’è una buona comunicazione
Uno o entrambi i genitori invadenti. Quando i genitori sono invadenti, c’è un problema nel processo di differenziazione dalla famiglia di origine. Non si ha il coraggio di fare delle scelte in autonomia e non si ha una buona autostima. L’opinione dei genitori è più importante di quella del figlio che mette costantemente al primo posto i “suoi” invece che il partner, anche nelle scelte importanti per la coppia (per es. dove andare ad abitare). Cosa fare? Se hai scelto di stare in coppia, la parola d’ordine è AUTONOMIA DALLA FAMIGLIA D’ORIGINE. Questo non vuol dire non volere più bene ai tuoi o mancare loro di rispetto, ma semplicemente che si cresce ed il rapporto con loro deve evolvere.
Uno o entrambi i suoceri invadenti. Se i suoceri sono invadenti… ahi, ahi, ahi… sono guai! Tu gli stai portando via il loro figlio/la loro figlia e ti vedono come un nemico da schiacciare o almeno da confinare in un ruolo subalterno (del tipo o con me o contro di me!). Questa situazione è più difficile della precedente, in quanto non sei tu a prendere in mano la situazione, ma deve farlo il partner (che ci si auguri non stia sadicamente a guardare la lotta per avere il suo amore). Forse il partner prima di conoscere te non si era accorto dell’influenza che hanno i suoi su di lui, ma ora è arrivato il momento di mettere i paletti: per avere una serena vita di coppia, deve arginare i suoi e proteggere voi due.
Sia genitori che suoceri invadenti. Qui siamo di fronte a quella che potrebbe diventare una faida familiare. Entrambe le famiglie che vogliono dirigere la coppia. I partner sono evidentemente due persone molto fragili e poco autonome, inclini a continuare a fare i figli, può essere che si siano messi insieme (inconsciamente) per dare un nipote ai loro genitori in modo che mollino un po’ la presa nei loro confronti. Molto spesso sono di questo tipo le famiglie multiproblematiche. Suggerirei una terapia familiare per tutti (purtroppo sono proprio le famiglie che non la fanno!)
Uno o entrambi i genitori disimpegnati. Quando i genitori sono indifferenti o disimpegnati nei confronti del figlio, molto spesso il figlio va alla ricerca di una famiglia sostitutiva dove sentirsi accolto e considerato. Molto spesso però porta dentro il rapporto di coppia le stesse modalità disimpegnate/anaffettive che ha imparato dai suoi e che possono rendere la vita difficile al più amorevole dei partner. C’è bisogno di una grande accoglienza e serenità nella nuova famiglia, affinché la persona riesca a superare la sua diffidenza ed impari una modalità relazionale più sana.
Uno o entrambi i suoceri disimpegnati. Sono i suoceri che fanno venire rabbia perché anche di fronte ad un nipote da accudire hanno sempre qualche cosa d’altro da fare. Non si può contare su di loro: il loro figlio/la loro figlia ha già imparato a cavarsela da solo/a a discapito del suo bisogno di sicurezza. Questo stile disimpegnato può far soffrire la persona che cerca condivisione perché si trova spesso di fronte ad un modo di fare individualista ed egoista. Alle volte è un vantaggio: meglio soli che male accompagnati.
Sia genitori che suoceri disimpegnati. Il senso di abbandono e solitudine che vive la coppia è molto forte: le due persone che si incontrano riconoscono la solitudine dell’altro che è anche la propria, e stanno vicini per farsi compagnia. Purtroppo non avendo imparato nessuno dei due che cosa vuol dire
una relazione di cura e condivisione, rischiano di farsi del male o di vivere un rapporto più da “conviventi” che da partner. Di solito sono rapporti superficiali, con poca comunicazione e piuttosto freddini.
Ho fatto un breve excursus degli incroci fra coppie e famiglie d’origine; la realtà dei fatti è ben più ampia e complicata e a ben pensarci è proprio da questi microcosmi familiari che nascono molti romanzi famosi (tipo Romeo e Giulietta, Orgoglio e Pregiudizio) e soap-opera moderne (es: Beautiful). Questo a ribadire che i rapporti familiari sono quelli che danno significato alla nostra vita e che la felicità o meno di una persona dipende molto dall’aver avuto una buona famiglia alle spalle, dall’aver saputo differenziarsi da questa. Nel caso in cui si abbia a che fare con rapporti disfunzionali, invece, bisogna imparare a riconoscerli e a gestirli. Fonte noi2 magazine