Quando faccio l’amore con il mio ragazzo raggiungo l’orgasmo solo con la stimolazione del clitoride, mentre non provo alcun piacere durante la penetrazione.
Come posso fare per provare l’orgasmo vaginale?
Vanessa 32 Rozzano
Si pensa che l’orgasmo sia il momento del piacere sessuale che coinvolga unicamente i genitali, e di questa “falsità” siamo colpevoli anche noi sessuologi, in quanto insistiamo nel distinguere fra orgasmo vaginale e orgasmo clitorideo.
Oltre a tale differenziazione tendiamo anche ad attribuire erroneamente al clitoride un ruolo inferiore per importanza e qualità rispetto all’orgasmo vaginale.
Freud addirittura riteneva che il piacere sessuale nella donna si spostasse dal clitoride alla vagina con il raggiungimento della piena maturità sessuale.
Questa attribuzione di diversa importanza, fra vaginale e clitorideo, ha spesso innescato drammatiche ricerche e sensi di colpa, tanto che per molte donne quest’esperienza magica e meravigliosa si è trasformata in una fonte di grande sconcerto, poiché l’incapacità di raggiungere “l’uno o l’altro” tipo di orgasmo è spesso considerata erroneamente una prova di inadeguatezza, dalla quale deriva tristezza, angoscia depressiva, stizza e senso di colpa.
Alcune mie pazienti mi descrivono tentativi attraverso varie posizioni, con la speranza di raggiungere orgasmi travolgenti.
Anche il mito del punto “G” ( di cui parleremo in un prossimo articolo) ha fomentato questa spasmodica ricerca dell’orgasmo vaginale!
L’orgasmo invece è un evento del cervello e quindi non va assolutamente pensato come un evento dei genitali, tanto è vero che come rilevato da recenti sondaggi (tra cui quello della Società Italiana di Medicina e dall’Istituto Asper) vi sono donne che riescono ad avere una risposta orgasmica al bacio, alle semplici carezze sul corpo o alle sole fantasie.
L’orgasmo è un terremoto dell’anima; è un piacere appagante e totale per il corpo e per la mente, ed è per questa sua TOTALITA’ che in alcuni casi può fare paura, in quanto il cervello ne è cosi interamente coinvolto da subire uno scollegamento, e quindi una breve alterazione dello stato di coscienza.
Questa momentanea perdita di coscienza ( simile quasi ad una sensazione di svenimento) in francese viene definita “pétite mort” e lo stesso Shakespeare definiva il raggiungimento dell’orgasmo con ” I die”.
Indipendentemente dal tipo d’orgasmo, che come ho detto è unico e parte dal cervello, spesso molte donne, sentendo salire l’intensità dell’eccitamento, si “frenano e bloccano”.
Le ragioni di questi freni sono molto spesso il frutto di un’educazione rigida e repressiva in ambito sessuale.
Il disturbo dell’orgasmo è tuttavia quasi sempre dipendente da questioni di natura psicologica o relative a quelle che nascono nella coppia, per cui dico sempre alle pazienti anorgasmiche che, per ottenere il massimo piacere dalle esperienze sessuali, è fondamentale che una persona abbandoni il controllo e lasci regnare liberamente le sensazioni erotiche.
Il mio consiglio è sempre quello di NON pensare ne al clitoride ne ai propri genitali o alla penetrazione, bensì concentrarsi sulle sensazioni che si stanno vivendo, non pensare ad altro se non al piacere che fluisce e che vi pervaderà.