Il sesso oggi, tra gender fluid, vecchi tabù e nuovi modi di amarsi.

Ha sdoganato il tema del sesso portandolo perfino in televisione. Da anni è uno dei massimi esperti sul tema. “È al centro dei nostri pensieri, che lo ammettiamo o meno. Ma le persone sono sempre meno informate”

Marco Rossi, classe 1965, è laureato in Medicina con specializzazione in Psichiatria. Dal 1995 è sessuologo clinico, presidente della Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale ed è anche responsabile scientifico e Docente del Master di Specializzazione in “Sessuologia Clinica e consulenza di coppia” della Associazione Psicologi Lombardia e SISES.
Ha creato a Milano il Centro di Medicina Sessuale (www.medicinasessuale.it) ed è stato uno dei primi a parlare di sesso alla televisione italiana, quando ancora era un argomento tabù per il piccolo schermo.

Non potevamo scegliere di meglio per parlare del sesso qui su Luce! Dottor Rossi, la prima domanda è molto semplice: cos’è il sesso oggi?

“È una domanda da un milione di dollari, ma la prima cosa che mi viene di rispondere è: il sesso è tutto. È il motore della vita perché senza il sesso non avremmo la vita stessa, ma allo stesso tempo è parte integrante del vissuto delle persone. È uno dei principali interessi di ognuno di noi, che lo si ammetta o meno. Il sesso, e non facciamo gli ipocriti, è al primo posto dei nostri pensieri ed è anche uno dei grandi motori dell’economia. Pensate all’industria del porno su Internet, che in questi mesi di pandemia è cresciuta a dismisura. Per questo dico che il sesso è tutto. Perché lo ritroviamo in ogni istante della nostra vita, declinato in tanti modi ed in tante forme diverse. Il sesso è qualcosa in costante e continuo cambiamento. Io stesso, nella mia professione, a volte faccio ancora fatica a stare dietro alle tante forme che il sesso può avere”.

In questo preciso momento storico sul fronte sessuale emergono situazioni del tutto nuove ed a volte estreme: il gender fluid, la sessualità liquida. Si rompono i vecchi schemi e si cercano nuove definizioni. Che sta succedendo esattamente alla sessualità?

“Noi partiamo sempre da un presupposto di base e cioè che la sessualità sia fatta di due elementi ben distinti: il maschio e la femmina. Maschio e femmina, come generi, ci sono sempre stati, così come ci sono sempre state persone che hanno mostrato interesse per persone dello stesso sesso, o che non si sentono uomini pur avendone il corpo o donne pur nascendo con tutte le caratteristiche femminili. Quello che sta accadendo in questo momento, però, è che la velocità di comunicazione e la possibilità di confronto che ci sono tra le persone oggi, ben diverse da quelle che c’erano in passato, hanno portato all’estremo una volontà di affermazione rispetto all’idea di diversità da quel maschio e da quella femmina che c’è sempre stato e sempre ci sarà. Il problema è che la diversità è sempre esistita, va bene che esista ed è la ricchezza del sesso. Il

sesso è bello proprio perché è tanto diversificato. Ma il voler affermare che qualunque sfumatura di diversità ha motivo di esistere solo perché la definiamo, è forse qualcosa di un po’ esagerato. Tutti siamo tra noi diversi. Io e lei siamo sicuramente diversi l’uno dall’altro. Abbiamo ancora bisogno di definirlo questo? La diversità è una ricchezza in generale. Nel sesso lo è ancor di più. Ora però sentiamo la forte necessità di definire molto nettamente qualsiasi sfumatura, anche la più piccola. Il diverso esiste da sempre ed è bello perché c’è, e non perché viene definito in un modo o nell’altro”.

Perché la diversità spaventa o attrae così tanto?

“Diciamo subito che il diverso spaventa quando non è conosciuto. Ciò che non si conosce, è normale che spaventi. Quindi, anche in questo senso, tutte le varie sfumature nell’ambito della sessualità quando non sono conosciute spaventano molto, perché fanno pensare sempre a qualcosa di perverso, e in quanto tale di sbagliato. La diversità però può anche essere molto attraente perché le nostre fantasie sessuali sono estremamente diverse, estremamente personali ed estremamente sfumate, quindi ogni persona può avere delle fantasie specifiche e trovare in queste fantasie qualcosa che lo attrae”.

A proposito di fantasie sessuali, una delle più frequenti (ma anche una di quelle di cui più ci si vergogna) è quella per le persone transessuali. Perché i trans scatenano queste fantasie e paure?

“Perché i transessuali sono qualcosa che racchiude in sé un po’ tutto. C’è un tutto e c’è un niente. Se sono un uomo posso desiderare di avere un rapporto con un trans dando sfogo ai miei istinti omosessuali senza però andare davvero con un uomo, restando sempre in quell’ambito femminile che non mi fa sentire ‘completamente’ omosessuale. Ma questo io lo trovo bello, è un momento per dare spazio alla propria sessualità in maniera completa, lasciandosi andare. C’è anche, però, un risvolto più oscuro della cosa ed è legato al fatto che andare con i transessuali viene spesso

concepito come una trasgressione quasi estrema. Non a caso, molto spesso, chi ha rapporti sessuali con transessuali tende ad accompagnarli all’assunzione di droga, quasi a voler estremizzare il tutto. Diventa un momento di trasgressione totale. E questo non è un segnale positivo perché si sta vivendo la sessualità in maniera ‘dopata’, questo non va mai bene. Il sesso è bello quando è diverso, quando è tanto, quando è fantasioso, ma serve con la testa che funzioni”.

Internet e i social network che impatto hanno avuto sulla nostra sfera sessuale?

“Hanno cambiato, e in maniera importante, le modalità e la velocità del gioco seduttivo e dell’incontro. La prima cosa che è cambiata è la possibilità di avere una facilità di contatto. Noi siamo passati da una sessualità dove bisognava incontrare le persone in certi contesti specifici, al selezionare le persone dallo schermo di un telefonino cliccando sulla sua foto e incontrandolo dopo poche ore senza troppi convenevoli. Pensate al successo di app come Tinder o Grinder dove addirittura si possono scegliere persone il base al loro colore di capelli, status sociale o luogo fisico dove si trovano in quel momento esatto. È una specie di ‘Fast sex’. Ho voglia? Bene, apro l’applicazione e sicuramente qualcuno da poter incontrare lo trovo in pochi minuti”.

Si occupa di sesso da diversi anni: che cosa ha visto cambiare in meglio e in peggio negli ultimi anni?

“La cosa che ho visto sicuramente cambiare in peggio è l’ignoranza sul tema sesso. Le persone sono sempre meno informate. Nonostante internet, e tutto quello di cui abbiamo parlato finora, siamo poco informati sul sesso. I ragazzini, gli adolescenti, entrano in contatto col sesso sempre prima rispetto alle precedenti generazioni, ma ne sanno davvero poco. Non si fa ancora abbastanza educazione sessuale. È invece migliorata molto la possibilità terapeutica per chi ha qualche problema della sfera sessuale. Oggi è molto più facile curare chi ha qualche patologia legata al sesso. Pensate solo che una

volta non esistevano Viagra e simili, che oggi invece permettono a molte persone di fare sesso anche in presenza di alcune problematiche che una volta erano un grosso limite. È più facile essere curati. Quello che invece non è assolutamente cambiato, nonostante tutta la complessità di quello di cui abbiamo parlato, è che fondamentalmente le persone cercano ancora nelle altre persone qualcosa che gli faccia battere il cuore. E questo per me è ancora la cosa più bella che esista perché ancora l’amore è ciò che trionfa, al di là di qualsiasi categorizzazione o suddivisione”.

Marco Rossi

Specialista in Psichiatria. Psicoterapeuta, Sessuologo Clinico. Presidente Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale

 

Intervista di  Giancarlo Ricci

 

Fonte https://luce.lanazione.it