Quello che sta succedendo alla nostra sfera sentimentale e sessuale in questi giorni, in cui la pandemia da Coronavirus ci impone l’isolamento sociale, è una condizione sconosciuta, che impaurisce e disorienta.
Non è certamente un periodo semplice per la nostra sessualità: anche se non é stato dimostrato che i liquidi biologici umani, come ad esempio lo sperma o la lubrificazione, siano dei vettori attraverso i quali trasmettere il batterio, è altrettanto vero che tutto quello che concerne il contatto fisico deve essere evitato e cancellato. Mi riferisco ai baci, agli abbracci fino ad arrivare ad una semplice stretta di mano. Questo, ovviamente, in una coppia non è affatto semplice da evitare, soprattutto se si vive sotto lo stesso tetto.
Per tutti, sia coppie che single, è comunque necessario riscoprire o scoprire modi diversi per manifestare affetto, amore, vicinanza, sempre considerando che esistono limitazioni anche della vita sessuale.
Mancando l’aspetto sensoriale del tatto e del contatto fisico, mancando il calore e il profumo del partner, bisogna ricorrere alla fantasia, alla sfera delle emozioni e del gioco.
Concentriamoci quindi sull’affettività. Bisogna recuperare una serie di comportamenti, manifestazioni di cure e premure che sembravano dimenticate. In questo momento potrebbe essere stimolante esprimere con le parole quello che si prova: sia con il dialogo sia con le parole scritte.
Bisogna cambiare l’ottica: anche le parole scritte vivono di desiderio e fantasia. Bisogna fare in modo che il linguaggio diventi come una pelle. Io strofino il mio linguaggio contro l’altro: come se avessimo le parole al posto delle dita delle nostre mani. Scrivere è come baciare, ma senza labbra. Scrivere è baciare con la mente.
Tutto quindi, anche una lettera o un bigliettino, contribuisce alla riscoperta e alla valorizzazione di una esperienza sentimentale ed affettiva, che indubbiamente va recuperata e valorizzata .
Si deve riscoprire insomma l’importanza della funzione mentale della sublimazione e della virtualità.
In una dimensione in cui le relazioni, la comunicazione, la socialità erano giocate prevalentemente nel “non-spazio” del virtuale, del social network, dandoci l’illusione della vicinanza, il virus ci toglie quella vera di vicinanza, quella reale: che nessuno si tocchi, niente baci niente abbracci, a distanza, nel freddo del non-contatto.
La virualità spesso demonizzata, ora diviene un’opportunità che ci permette grazie a chat, mail e sms di accorciare le distanze.
Da un punto di vista “pratico” riguardo la sessualità di coppia ai tempi del coronavirus, il primo consiglio è quello di attuare comportamenti consapevoli allʼinterno della coppia :
- Se il partner ha la febbre o, comunque, ha dei sintomi reali che sicuramente riconducono al coronavirus, il suggerimento è quello di non praticare lʼatto sessuale.
- La cautela, non è mai troppa . La coppia è e deve rimanere un luogo protetto: se il partner è obbligato a stare a contatto con altre persone è senzʼaltro necessario parlarne e prendere una decisione comune.
- Il secondo consiglio è legato al primo: vale davvero la pena vivere un momento speciale come quello dedicato allʼamore con paura o, comunque, preoccupazione?
Se la risposta è no, occorre provare a sviluppare, o rafforzare, unʼaltra parte del legame di coppia, una parte più affettiva ed intima, che tocca maggiormente le corde dell’ anima attraverso uno strumento potentissimo : il dialogo.
- Se non si vive sotto lo stesso tetto bisogna mantenersi sempre in contatto, ognuno scelga la modalità che gli si confà, prediligendo magari degli orari concordati insieme e cercando di rispettarli.
- Cercare di condividere, anche se si è separati, dei momenti di vita privata, le video chiamate aiutano
- Essere responsabili, se si ha una vita sessuale con partner non fissi continuare a monitorare il proprio stato di salute
- Evitare i rapporti occasionali e resistere all’impulsività.
Niente potrà mai sostituire quello che accade quando c’è l’incontro tra due corpi perché mancano elementi fondamentali: lʼaspetto sensoriale, il tatto, il calore, il profumo dellʼaltro, e la ricchezza dei movimenti che attiviamo quando siamo fisicamente vicini all’altro.
Ma bisogna continuare ad amarci “ nonostante”…
Dott.Marco Rossi