Cosa é la “Cuffing Season”

Non solo palestra: tra i buoni propositi, la ricerca del partner. Cos’è la cuffing season

Il periodo tra l’autunno e l’inverno è quello in cui i single sono alla ricerca di relazioni stabili, anziché rapporti occasionali. La pandemia ha accelerato il processo

Gli inglesi la chiamano “cuffing season” e il suo uso è così diffuso che il significato viene riportato persino sul vocabolario: il periodo tra l’autunno e l’inverno in cui i single sono alla ricerca di relazioni stabili, anziché rapporti occasionali. Non solo palestra nei buoni propositi settembrini, ma anche quello di trovare una persona che possa stare accanto sotto il plaid, quando fuori fa freddo. La pandemia ha dato un’accelerata al processo: nel timore di nuove restrizioni, i single si stanno dando più da fare per trovare la loro metà.

La ricerca del partner passa anche dalle app di dating e secondo i dati rilevati da una di queste, le iscrizioni nel mese di settembre è aumentata a livello globale del 25%. I single non si sono fermati qui, lo scambio di numeri di telefono è aumentato del 28%. ”È il momento dell’anno in cui ci si riposa dai bagordi estivi e si inizia a pensare in maniera diversa: ci si deve organizzare per una stagione in cui è più difficile uscire” spiega ad Huffpost il dottor Marco Rossi, psichiatra, psicoterapeuta e sessuologo, specializzato in disturbi relazionali e sessuali, “La luce è meno presente e questo significa meno desiderio sessuale, perché la luce attiva il testosterone. Venendo meno la pressione del desiderio, si cerca una relazione tranquilla, con cui condividere divano e serie tv, più che nottate di ferro e di fuoco. Tanti si ritrovano col vecchio fidanzato. Si condivide un’esperienza più emotiva”.

Le app di dating si sono trasformate nel tempo per venire incontro a questa esigenza: “Mentre prima erano molto orientate all’incontro solo sessuale, adesso, a maggior ragione in questo periodo, fanno in modo che ci sia un legame più emotivo”. La pandemia, per forza di cose, ha dato un’accelerata alla loro ascesa e al loro cambiamento, ma la trasformazione era in atto già prima del 2020: “Le persone hanno iniziato ad accorgersi che la realtà virtuale è più comoda della vera realtà. Io riesco a lavorare, dedicarmi alle mie attività e organizzare un appuntamento con il cellulare, senza sperare di conoscere qualcuno durante un aperitivo. La virtualità crea un luogo che ha le stesse regole dei ruoli reali, ma più rapidi, mirati. Sempre più sono le coppie che si sono formate online”. Molte di queste sono figlie del lockdown: ”Nell’epoca lockdown la tendenza ha avuto un forte incremento. Non solo durante la prima chiusura totale, anche la fase a zone colorate non offriva luoghi di appuntamento. Le app erano l’unico luogo dove ci si poteva incontrare e questo ha innestato l’idea che il dating online funziona. Adesso stiamo andando incontro a un autunno che è figlio di queste esperienze”.

 

“Cerchiamo un partner per la fine del mondo”, scriveva il New York Times nel 2020, segnalando come la pandemia avesse anticipato la cuffing season. Molti esperti segnalavano una maggiore e anticipata ricerca del partner, con un abbassamento dei loro standard, per assicurarsi che qualcuno fosse vicino per affrontare ciò che sarebbe potuto accadere. Durante la cuffing season del 2020, in Italia un sito di incontri ha registrato un aumento del 34% di matches sull’app. “In questo momento noi stiamo vivendo una coda di estate più o meno libera, ma chi si mette la mano sul fuoco su come andrà l’autunno?” chiede il dottor Rossi, “Per cui le persone, che ancora non hanno una relazione, si preparano a un inverno incerto”.

Le relazioni sono cambiate con il covid, costrette dalle accortezze richieste per evitare rischi: “L’idea dell’incontro occasionale è un po’ passato di moda. Si creano delle mini relazioni, con persone con cui è più tranquillo – in vista di possibile contagio – costruire un rapporto. Durano circa un mesetto, conosci le sue abitudini lavorative e vaccinali: il rapporto sessuale occasionale è stato sostituito da questo”. Molti si sono mossi nella clandestinità per eludere le regole, ma non per tutti è stato ugualmente facile o possibile. L’adolescenza è la fase in cui spesso si hanno le prime esperienze sessuali, rese a molte impossibili dalle restrizioni pandemiche “Quelli della ‘prima volta’ non hanno la facilità di muoversi come gli adulti. Il contatto umano e sociale è mancato, si è virtualizzato. Sono nate vere proprie relazioni virtuali, senza concretezza alcuna. Delle bolle di plastiche, dove tutto è congelato e questo dà sicurezza. La paura del contatto e l’idea che è tutto più facile virtualmente potrebbe protrarsi ancora a lungo. Tra gli adolescenti è stato un dramma”.

Marco Rossi

Specialista in Psichiatria. Psicoterapeuta, Sessuologo Clinico. Presidente Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale

Fonte :  Huffington post